Tesi
STUDENTI
Elisa Rosina
DOCENTI
Giuseppe Iaconis
Il concetto alla base del progetto Spore lega assieme un futuro sostenibile e un’analisi delle forme della natura.
Funghi ed insetti sono i soggetti che hanno una duplice identità, mutando e reinventando forme, accomunati da involucri che ne proteggono la struttura.
Come per le spore, che danno vita ad un nuovo individuo, così il capo oggetto di questo progetto è costituito da elementi componibili frutto di soluzioni sostenibili e mutevoli, senza distinzione di taglia o genere.
La texture si ispira alla pelle del bruco, utilizzando un processo di cucitura che poggia su diversi strati di tessuto.
Tramite un sistema di zip e bottoni automatici gli abiti mutano la loro forma fino a diventare degli accessori, per un richiamo alla fluidità della natura e ai principi del genderless.
Indossabili da mattina a sera, i capi Spore superano le rigide articolazioni del guardaroba secondo le ore del giorno e incorporano i valori di dinamismo.
Sono abiti modificabili direttamente mentre si indossano, in sintonia con le aspettative della modernità: gli abiti Spore non sono sfuggiti all’attenzione delle avanguardie artistiche e in particolare dei futuristi italiani, che li hanno inclusi nella loro poetica.
Sono teorizzati da Giacomo Balla e da Fortunato Depero nel Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo (1915), dove annunciano: «La necessità di variare ambiente spessissimo e lo sport ci fanno intuire il vestito trasformabile».
Funghi ed insetti sono i soggetti che hanno una duplice identità, mutando e reinventando forme, accomunati da involucri che ne proteggono la struttura.
Come per le spore, che danno vita ad un nuovo individuo, così il capo oggetto di questo progetto è costituito da elementi componibili frutto di soluzioni sostenibili e mutevoli, senza distinzione di taglia o genere.
La texture si ispira alla pelle del bruco, utilizzando un processo di cucitura che poggia su diversi strati di tessuto.
Tramite un sistema di zip e bottoni automatici gli abiti mutano la loro forma fino a diventare degli accessori, per un richiamo alla fluidità della natura e ai principi del genderless.
Indossabili da mattina a sera, i capi Spore superano le rigide articolazioni del guardaroba secondo le ore del giorno e incorporano i valori di dinamismo.
Sono abiti modificabili direttamente mentre si indossano, in sintonia con le aspettative della modernità: gli abiti Spore non sono sfuggiti all’attenzione delle avanguardie artistiche e in particolare dei futuristi italiani, che li hanno inclusi nella loro poetica.
Sono teorizzati da Giacomo Balla e da Fortunato Depero nel Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo (1915), dove annunciano: «La necessità di variare ambiente spessissimo e lo sport ci fanno intuire il vestito trasformabile».