Ricerca
ISIA Faenza
Ecotono / Metamorfosi dei confini
STUDENTI
Helena Baesi, Alessandra Barnaba, Francesco Giorgio Calvi, Samuele Campana, Erika Casadio, Martina Chiffi, Anna Geremia, Benedetta Innocenti, Elena Valbonesi, Jadwiga van de Logt, Aminata Balde, Ettore Bellini, Luna Celani, Pamela Colombi, Cecilia Colombo, Vittoria D’Ettore, Anna Groppo, Aurora Keber, Mattia Marinelli, Ernesta Moramarco, Gloria Palmerini, Cosimo Priori, Stefano Ricci, Valentina Roberto, Giovanni Russo, Valentina Zanotti
DOCENTI
Maria Concetta Cossa, Giorgio Gurioli, Annalisa Natali Murri, Andrea Pedna, Matteo Pini, Ivan Severi, Sabrina Sguanci
Menzione Speciale al progetto di ricerca
Motivazione della giuria
Ecotono, metamorfosi dei confini, è un progetto di ricerca sulle problematiche ambientali e sulla tutela della biodiversità mediante la progettazione di oggetti realizzati in argilla, laterizio o con materiali sperimentali degradabili.
La Giuria ha apprezzato la scelta di affrontare un argomento di particolare importanza e attualità, ovvero la tutela della biodiversità presente in ambienti naturali, utilizzando oggetti che, attraverso le loro proprietà di assorbimento, condensazione, capillarità e filtrazione, permettono di innescare positivi cambiamenti.
Il progetto di ricerca affronta il tema a partire da due ecosistemi fortemente correlati: l’acqua e la spiaggia.
Il progetto studia la possibilità di innescare cambiamenti positivi per l’ambiente attraverso l’inserimento di oggetti capaci di sfruttare l’energia debole.
I moduli replicabili, realizzati in argilla, laterizio e altri geopolimeri, si integrano con l’ambiente, in particolare con le risorse idriche, grazie alle loro proprietà di scorrimento, raccolta, infiltrazione, capillarità e condensazione, fino a sparire.
I moduli sono rappresentati da un dissalatore d’acqua, segnale apotropaico, macro dune e sassi con bioluminescenze, un sistema multi-funzione per la convivialità e un erogatore di acqua per animali, un catalizzatore relazionale.
La ceramica avanzata e tradizionale si esprime in oggetti dall’eredità atavica connessa ai luoghi anche attraverso lo studio materico-cromatico site-specific di impasti sperimentali a base di sabbia e gres, capaci di erosioni programmate, per ritornare poi alle origini.