Tesi
RUFA
Habitat
STUDENTI
Chiara Gioacchino
DOCENTI
Giuseppe Ragosta
Menzione Assessorato alla cultura Comune di Roma
Motivazione della giuria
In un momento in cui le metropoli come Roma affrontano sfide complesse legate alla sostenibilità, all'accessibilità e alla coesione sociale, il potere trasformativo dell'arte, del design e dell'innovazione urbana diventa cruciale.
Il progetto “Habitat”, per realizzare una biblioteca nel Parco Feronia nel quartiere di Pietralata, propone di innovare l’esperienza bibliotecaria e rappresenta un modello tangibile di come la rigenerazione urbana possa essere la chiave per far tornare a vivere uno spazio abbandonato come nuova risorsa per la comunità locale.
In un'epoca in cui lo sviluppo digitale ha ridefinito il modo in cui si accede all'informazione, questa tesi – affrontando la questione della scarsa presenza di spazi civici in aree decentrate - riporta l'utente al centro della progettazione culturale. Questa ipotesi progettuale non solo conferisce nuova vita a uno spazio in disuso, ma sottolinea allo stesso tempo l'importanza di rendere accessibili le risorse culturali ed educative a tutti i cittadini.La proposta di rigenerare un immobile pubblico in stato di degrado trasformandolo in una biblioteca costituisce, pertanto, un esempio straordinario di come le arti e il design possano coniugarsi con scopi sociali e culturali di alto livello ed è pienamente in linea con il PNRR della città Roma, che prevede la rigenerazione di 10 immobili in periferia per realizzare altrettanti poli civici.
In questo contesto, attribuiamo la menzione romana del PNA Sezione Design al progetto “Habitat” della studentessa Chiara Gioacchino come riconoscimento alla visione innovativa e all'impegno nel ridisegnare lo spazio urbano per il bene comune.
I lettori sono sempre di meno e l’istituzione bibliotecaria ha bisogno di un’innovazione.
L’edificio al centro di questo progetto si trova all’interno del Parco Feronia, nel quartiere di Pietralata, e rispecchia appieno la disuguaglianza economica e socioculturale dei cittadini romani.
In questo progetto si è deciso di riportare la figura dell’utente al centro della progettazione dei luoghi.
In questo nuovo spazio le librerie cambiano la loro forma, non più contenitori per una catalogazione lineare ma singole cellule preziosissime, parte di un sistema “biologico” più grande.
La libreria è la protagonista indiscussa del progetto: leggera ed elegante, si sviluppa avvolgendo i pilastri come a sostenere non solo la struttura quanto l’idea stessa della biblioteca come istituzione fondamentale.
Le barriere fra l’utente e il libro sono abbattute, dando vita ad un unico spazio polivalente.
Lo schema fluido ricorda i percorsi dell’acqua, che definiscono zone di passaggio e aree circoscritte: questi percorsi irregolari aumentano la libertà di movimento, che consente all’utente di trovare un proprio ordine di fruizione dello spazio.
L’uomo torna ad essere parte fondamentale, la linfa che trasforma la biblioteca in un organismo che torna a vivere.