Accademia di Belle Arti "Pietro Vannucci" di Perugia
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L’importanza storica dell’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia è sottolineata dalle datazioni e dai personaggi che nel corso dei secoli hanno dato vita a questa Istituzione. Le sue origini sono infatti assai lontane nel tempo. Venne fondata nella primavera del 1573, undici anni dopo la nascita della prima Accademia in Italia, quella di Firenze.
Questo è attestato dal Principio dell’Academia del Dissegno, conservato in forma manoscritta nella Biblioteca Augusta di Perugia, che descrive “una vertuosa schiera di pittori et architetti”, capitanati dal pittore Orazio Alfani e dall’architetto-matematico Raffaello Sozi, che emulando l’analoga istituzione fondata a Firenze da Cosimo I de’ Medici stabilirono di frequentarsi con regolarità per “discorrere dell’eccellenza del dissegno, acciò poi agevolmente si potessi venire in cognitione della Pittura, Scultura, Architettura, Prospettiva, Fortificationi et le altre parti tutte che si tira dietro il Dissegno”.
Nel 1791 venne stampata la prima Costituzione elaborata dal direttore Baldassarre Orsini, allievo di Raphael Mengs, sul modello di quella dell’Accademia romana di San Luca, che venne a più riprese rinnovata e potenziata. Ma la grande modernizzazione dell’Istituto fu attuata intorno al 1820 da Tommaso Minardi, allievo di Antonio Canova, direttore e insegnante di Pittura che riorganizzò dal punto di vista didattico e amministrativo l’Accademia del disegno neoclassicamente ribattezzata Accademia di Belle Arti, dandole il carattere di un istituto di istruzione pubblico e affiancando alla scuola un museo che conteneva esempi dell’arte antica e moderna e una ricca biblioteca, nonché istituendo borse di studio per dare ai giovani meritevoli la possibilità di perfezionare i loro studi anche in altre città italiane, soprattutto a Roma.
L’attività didattica nell’Ottocento fu guida ed esempio alle arti non solo dell’Umbria e vide operare al proprio interno notevoli protagonisti in campo storico artistico e architettonico, quali Baldassarre Orsini, Carlo Labruzzi, Guglielmo Calderini, Silvestro Valeri. Dopo vari spostamenti (prima nell’Oratorio alessiano di Sant’Angelo della Pace in Porta Sole e poi nell’ex Convento vanvitelliano di Montemorcino Nuovo) l’Accademia trovò la sua sede definitiva all’inizio del Novecento, nell’ex Convento di San Francesco al Prato dove custodisce un patrimonio storico-artistico di valore inestimabile, nel cui ambito risaltano la biblioteca (comprendente quasi 17.000 unità bibliografiche), la gipsoteca (comprendente calchi originali in gesso eseguiti sulle opere di Luca Della Robbia, Michelangelo Buonarroti e Antonio Canova), il gabinetto dei disegni (comprendente tra le altre opere grafiche straordinarie di Giovan Battista Piranesi e Jean-Baptiste Wicar) e la galleria dei dipinti (comprendente opere pittoriche che spaziano da Carl Christian Vogel von Vogelstein ad Alberto Burri).
All’inizio del nuovo secolo, ormai saldamente organizzata, l’Accademia non solo ha mantenuto la sua funzione annoverando maestri autorevoli come Pietro Angelini, Gerardo Dottori, Arturo Checchi, ma ha saputo dare avvio anche ad una scuola speciale: la Scuola di Arte Industriale istituzionalmente distinta anche se annessa all’Accademia che, nel 1923, darà origine all’Istituto d’Arte ‘Bernardino di Betto’, statizzato nel 1928. L’Accademia perugina otteneva il pareggiamento alle accademie statali solo nel 1940 con regio decreto del 25 giugno n.1086.
Inseritasi tra i maggiori istituti culturali della città, si è ormai assicurata un’organica struttura amministrativa-didattica e, grazie ai finanziamenti del Comune e della Provincia di Perugia, attualmente svolge un’importante e precisa funzione per la quale è già in atto un’azione di potenziamento e valorizzazione per poter esplicare con fecondità di risultati la propria opera.
L’Accademia, in quanto Istituzione di Alta Formazione Artistica, è posta sotto l’egida del Ministero dell’Università e della Ricerca dello Stato Italiano. La sua offerta formativa si articola in diversi ambiti di studio, secondo due dipartimenti: il dipartimento di Arti Visive e il dipartimento di Design e Arti Applicate con indirizzi di studio di recente istituzione, dedicati a Product design sostenibile, Graphic design e Brand design, Fashion design, Scenografia, Fotografia e video, Cinema e audiovisivo, Character design e gaming.
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