Esperienza museale e Positive Design
Uno studio sul museo Civico di Scienze Naturali Malmerendi
Descrizione
La psicologia ha in questi ultimi anni evidenziato, con prove rigorose, il ruolo della frequentazione dei musei per il benessere psicologico nelle persone, assieme alla sua capacità di proteggere dai declini cognitivi nell’età anziana. Prima in Inghilterra, Stati Uniti e Canada e poi in Italia (a Napoli, Roma e Firenze) numerosi musei sono stati coinvolti nello studio di attività dedicate a persone affette dal morbo di Alzheimer, con il risultato di una riduzione delle visite mediche di base e dei ricoveri ospedalieri, tanto che una delle pratiche adottate recentemente dai medici è la “prescrizione sociale”, cioè una vera e propria prescrizione di visita ai luoghi di cultura, per persone provenienti da contesti economici svantaggiati, persone a rischio di isolamento sociale (ad esempio gli anziani) e persone con condizioni croniche di infermità fisica o mentale. Queste ricerche, tuttavia, sono state svolte prevalentemente su musei d’arte, disciplina nota da sempre come mezzo di supporto per diverse terapie, dove è stata analizzata l’influenza di tali esperienze sul benessere dei visitatori. Lo scopo del mio lavoro è di verificare, attraverso l’applicazione dei principi del Design della Comunicazione, se anche la visita in un museo di scienze naturali, possa contribuire a favorire un arricchimento culturale del visitatore (crescita edonica) e, di conseguenza, a suscitare emozioni positive che migliorino il benessere psicofisico dell’individuo, benessere che spesso si riflette anche nella comunità di appartenenza (benessere eudaimonico).
Prendendo spunto dagli studi pionieristici condotti dall’Università di Delft che vedono il Design applicato alla Psicologia Positiva, sono state progettate per il museo di Scienze Naturali Malmerendi di Faenza, delle installazioni immersive che potessero rendere la visita più coinvolgente, suscitando emozioni positive nei visitatori.
In particolare sono stati selezionati tre reperti presenti nel museo: l’Orso delle caverne, la Cernia del rio Albonello e il cranio del Mammut d’Oriolo. Per quanto riguarda l’Orso delle caverne è stata realizzata come sfondo della vetrina una rappresentazione grafica stilizzata della Cava Pocala, sito in cui sono stati rinvenuti i resti dell’orso; inoltre sono state enfatizzate le notevoli dimensioni dell’animale, alto tre metri, riproducendo la sua sagoma in scala 1:1 su cartone, per suscitare una reazione emotiva nei visitatori e offrire nel contempo anche un confronto grafico e visivo con le dimensioni di altre specie. Per la seconda installazione, dedicata alla Cernia del Rio Albonello, è stata realizzata una colonnina in cartone ondulato in cui è stato praticato un foro, simile a un oblò, attraverso il quale i visitatori possono osservare una proiezione della cernia in 3D mentre nuota nel suo mare primordiale. Per realizzare la terza installazione è stata filmata e montata l’intervista al professor Marabini, geologo testimone del ritrovamento, arricchendola con materiale di archivio e grafiche esplicative.
Per valutare l’impatto sui visitatori dell’esperienza museale e delle installazioni immersive progettate, è stato predisposto un questionario che andasse ad indagare il benessere eudaimonico, la crescita personale, l’esperienza di Flow e le emozioni positive provate durante la visita. L’analisi statistica dei dati su un campione di 105 visitatori, riporta che l’esperienza compiuta al museo Malmerendi ha generato la percezione di crescita personale, legata al benessere eudaimonico di apertura all’esperienza e sensazione di sviluppo; dall’analisi dei dati è emerso che la Flow experience è in grado di manifestarsi anche in un museo di Scienze Naturali. Inoltre possiamo affermare l’esistenza di relazioni positive e significative tra i quattro grandi fattori considerati e studiati da questa ricerca: la crescita personale generale, la crescita eudaimonica a seguito di questa esperienza, la condizione di Flow e le emozioni positive provate.