Reviva
Ricordi tangibili
Descrizione
La giuria:
"La tesi propone una soluzione inedita, innovativa e al tempo stesso particolarmente empatica, per migliorare la qualità della vita dei soggetti affetti da demenza. La soluzione progettuale è preceduta da un’attenta ricostruzione delle conoscenze sulla malattia e delle terapie esistenti e fa leva sul riconosciuto potenziale terapeutico dei ricordi per influenzare positivamente la percezione e il benessere psicofisico dei soggetti ai quali si rivolge. La tesi parte dal presupposto che i loro ricordi siano particolarmente resistenti al tempo e si prestino ad essere utilizzati con efficacia. Oggetti di uso quotidiano negli anni Cinquanta e Sessanta come il telefono di bachelite nera con ghiera rotante, opportunamente arricchito di funzionalità disegnate senza alterarne i caratteri di familiarità e deragliare dallo spettro del vissuto personale, sono le interfacce proposte per rievocare in modo semplice e intuitivo immagini e voci del passato in grado di stimolare i sensi e risvegliare le emozioni. La coerenza fra il concept terapeutico, l’estetica e la funzionalità della soluzione progettuale delinea uno strumento in grado, durante l'utilizzo, di innescare una interazione empatica, infondere senso di sicurezza, rispettare le esigenze emotive dei soggetti affetti da demenza. "
Il progetto di tesi si focalizza sulla progettazione di dispositivi terapeutici destinati a individui affetti da demenza, con l’obiettivo di migliorare la loro qualità di vita attraverso un design empatico e centrato sull’utente. La ricerca si basa su un’analisi approfondita della malattia, delle terapie esistenti e dei prodotti attualmente disponibili sul mercato, per poi esplorare il potenziale terapeutico dei ricordi più remoti e come questi possano influenzare positivamente la percezione e il benessere psicofisico degli utenti. Centrale nello sviluppo del processo è stata l’analisi retrospettiva delle epoche passate, in particolare degli anni ‘50 e ‘60, che rappresentano gli anni dell’infanzia e della giovinezza del target di riferimento, ossia persone oggi anziane ed affette da demenza. La tesi parte dal presupposto che i ricordi legati a quegli anni siano particolarmente resistenti al tempo e possano essere utilizzati come strumenti terapeutici efficaci. L’indagine storica ha permesso di identificare oggetti del passato, come dispositivi meccanici ed elettromeccanici, che erano parte integrante della vita quotidiana in quegli anni e che, se riproposti in un quadro terapeutico, possono evocare sentimenti di familiarità. Il progetto propone due dispositivi terapeutici, chiamati Reviva ‘50 e Reviva ‘60, che richiamano l’estetica e le funzionalità degli oggetti del passato e sono pensati per stimolare i sensi e risvegliare emozioni legate a periodi significativi della vita degli utenti. Il processo inizia con un familiare che seleziona o crea una foto o un video per il proprio parente, carica i contenuti richiesti attraverso un’app dedicata e registra un messaggio vocale che descrive l’immagine o il video. La cartolina viene poi stampata con un codice di lettura per la riproduzione dell’audio e/o del video e viene ritirata dal caregiver che la consegna alla persona affetta da demenza. Quando Reviva interagisce con la cartolina, il dispositivo riconosce il codice e attiva lo squillo, invitando il paziente a sollevare la cornetta per ascoltare la registrazione e visualizzare l’immagine associata. L’audio può essere riascoltato ruotando una ghiera rotante e il dispositivo interrompe la riproduzione audio nel momento in cui viene abbassata la cornetta. La cartolina può essere conservata per essere riutilizzata in futuro, così che i ricordi diventino esperienze sensoriali immediate e accessibili. Ascoltare la voce dei propri cari attraverso le tracce audio caricate, trasforma il contatto differito con la famiglia in un momento di connessione e conforto, perché non solo stimola i sensi e risveglia emozioni legate a periodi significativi della vita, ma riduce anche stress e ansia. L’elemento innovativo del progetto risiede nella combinazione di morfologie e interfacce fisiche che si ispirano al passato e garantiscono semplicità e intuitività, conferendo un senso di sicurezza attraverso l’evocazione di ricordi familiari. Particolare attenzione è stata posta all’importanza dell’estetica che si connette e stimola la memoria storica degli utenti, migliorando la loro esperienza d’uso e facilitando la comprensione delle funzionalità del dispositivo. Dal punto di vista dell’innovazione, la tesi si distingue per l’approccio empatico che guida l’intero processo di progettazione, proponendo una visione integrata in cui la memoria, le emozioni e l’interazione con l’oggetto giocano un ruolo centrale e inserendosi in modo coerente nell’ambito delle sfide legate alla bassa natalità e all’invecchiamento della popolazione. Il progetto mira a creare dispositivi terapeutici che siano non solo funzionali ed esteticamente gradevoli, ma anche profondamente radicati nell’esperienza umana, capaci di rispondere ai bisogni emotivi delle persone anziane affette da demenza. Questo approccio migliora il benessere psicofisico degli utenti ed offre nuovi spunti per affrontare le crescenti necessità di assistenza derivanti dall’invecchiamento della popolazione.